Il lavoro riabilitativo e psicologico con il minore è individualizzato, e viene somministrato in base all’età, tipo di balbuzie e struttura psicologica.
Il quadro terapeutico non si focalizza esclusivamente sul trattamento della balbuzie, ma prende in esame altri sintomi spesso correlabili alla disfluenza.
L’iter terapeutico viene sviluppato sulla base di una terapia individuale, sempre seguendo le necessità diagnosticate.
Anche i genitori verranno coinvolti all’interno di questo processo.
In questo procedimento evolutivo, costituito dall’incastro tra tecniche psicologiche, comportamentali e linguistiche, risulta necessaria l’alleanza terapeutica con la famiglia per non vanificare i risultati ottenuti.
In chiave preventiva cerchiamo di agire anche su bambini molto piccoli di 3 o 4 anni. In questi casi si prevede un’azione di counseling col genitore, al fine di agire preventivamente per la riduzione, o l’eliminazione della disfluenza.
Quando la balbuzie continua al di sopra dei quattro anni, questa manifestazione può già considerarsi come segnale d’allarme sul quale intervenire.
Dai quattro ai sei anni si struttura la balbuzie secondaria (PDS), la quale tendenzialmente è più favorevole alla cronicizzazione.
In questo tipo di balbuzie, blocchi e prolungamenti delle sillabe appaiono più frequenti e sono maggiormente intrisi d’ansia, spesso accompagnati da altri sintomi somatici e da reazioni emotive incontrollate.
Nella balbuzie conclamata il bambino non riesce a controllare il tono muscolare dell’apparato fonico, presentando una certa distorsione della voce e dell’articolazione. La tensione muscolare appare visibile attraverso blocchi e ripetizioni del fonema. L’infante si sforza in tutti i modi per evitare lo spasmo e l’eventuale blocco.
Quando la balbuzie persiste al di sopra dei quattro o cinque anni, è molto difficile predire se effettivamente questa si dissolverà nel tempo.
Il sintomo potrebbe eclissarsi spontaneamente nei bambini in un’età di cinque o sei anni, o nel periodo pre-puberale (12-14 anni) o anche in età adulta (18-20 anni).
La caduta del sintomo potrebbe spiegarsi attraverso un’evoluzione spontanea della strutturazione neurofisiologica o motoria delle aree che controllano il linguaggio, o per la sopraggiunta maturità psicologica dell’individuo.
E’ nostro parere comunque, che si debba intervenire precocemente con la comparsa delle prime avvisaglie della balbuzie, al fine di evitare l’instaurarsi di un pericoloso circolo vizioso che potrebbe durare tutta la vita.
Il trattamento potrebbe essere proposto già al di sotto dei sei anni, prima che il bambino si confronti con la realtà scolastica.
Nel trattamento della balbuzie in età evolutiva utilizziamo il “Parent Training”, un programma formativo rivolto ai genitori.
Noi consideriamo il genitore una sorta di co-terapeuta, col quale cerchiamo di stabilire un progetto comune per risolvere questo problema.
Gli incontri riservati ai genitori, e le sedute con i figli, si svolgono per un periodo prefissato in base al grado di disfluenza e secondo l’età del minore.
Il nostro percorso di Parent Training è così suddiviso:
1. Prima si procede con colloqui con i genitori
2. Poi si vede il minore con i genitori
3. Poi si interviene sul minore andando a sollecitare tutte le aree della comunicazione, riabilitando il linguaggio verbale.
Con l’impatto scolastico la balbuzie tende a peggiorare notevolmente, in quanto il minore si consapevolizza sulla ‘gravità’ di questo sintomo, che non gli permette di definirsi nella propria specificità, soprattutto nella relazione coi pari.
Il bambino sperimentando la propria capacità di autoaffermazione, potrà cadere in comportamenti “a rischio”, o al contrario, per paura di competere col gruppo dei pari, potrà rinchiudersi in un mutismo depressivo pur di non affrontare la realtà.
Il nostro trattamento per il minore che balbetta è essenzialmente individualizzato.
Il lavoro comprende tecniche verbali, comportamentali e psicosomatiche.
Vista la delicatezza di quest’età, si lavora molto sull’ansia determinata da emozioni negative, o da pensieri autodistruttivi.
Il bambino va aiutato, ed ascoltato nel suo delicato sviluppo, nonché fornirlo di strategie comportamentali, al fine di facilitargli l’adattamento alla realtà.
Le tecniche impiegate permetteranno la riduzione della balbuzie e del tasso ansiogeno, riportandolo ai livelli della normalità.
E’ nostro obiettivo promuovere lo sviluppo delle abilità sociali: lo scopo del nostro lavoro con il minore che balbetta è quello di ridefinire la propria immagine sociale.
Il bambino dovrà imparare a gestire la balbuzie e sentimenti di disistima, che potrebbero determinare confusione ed auto-distruttività.
L’infante in formazione dovrà essere equipaggiato per raggiungere gli obiettivi esistenziali prefissati da se stesso, riuscendo a conformarsi alla realtà senza sentirsi inadeguato, imparando a mantenere una propria autonomia emotiva e di pensiero, con un’ottima fluenza verbale.
Tecniche applicate:
Area Corporea
Tecniche contro l’ansia
Tecniche di respirazione
Tecniche immaginative
Azione per il controllo dell’ansia.
Sollecitazione della comunicazione emotiva
Area Fonica
Musicoterapia vocale
Tecniche informatiche
Tecniche verbali
Musicoterapia verbale per la riduzione del laringospasmo.
Sviluppo della competenza verbale
Area Sociale
Role playing
Tecniche audio-video
Tecnica del gioco
Riduzione della fobia sociale, con il miglioramento della qualità delle relazioni sociali.
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