Il centro Equipe logodinamica di Milano ha messo a punto una strategia mirata ed efficace per il superamento della balbuzie: l’ipnosi e l’autopnosi sono tecniche che possono modificare in breve tempo il linguaggio balbettato.
Quando un soggetto balbetta è come se entrasse in una sorta di ipnosi regressiva, tale da farlo regredire alle prime tappe dell’evoluzione del linguaggio.
La tecnica ipnotica modifica la risposta dell’individuo dinanzi allo stimolo stressogeno, facendo in modo che l’Io possa mantenere la sua integrità senza perdere il controllo della realtà esterna.
La grande riuscita nel risolvere questo problema avviene attraverso l’applicazione integrale delle nostre tecniche, supportate da un lavoro psicologico con indirizzo corporeo, che agisce sull’ansia inducendo benessere.
Come dimostrato in più lavori scientifici, secondo le nostre ricerche, la balbuzie si sviluppa essenzialmente come un disturbo che coinvolge la persona a più livelli, e come tale lo trattiamo con tecniche mirate, che affondano la loro azione alla radice dell’ intoppo linguistico.
Secondo le nostre ricerche non si può modificare la balbuzie se non si cambiano tutti i meccanismi psicologici che la sottendono; non si può modificare l’aspetto esterno (sintomo) se non vi è una reale trasformazione dell’Io.
Il nostro trattamento psicoterapico e tecnico potrà essere effettuato
individualmente con cadenza di un’ora settimanale.
Previa diagnosi, secondo il tipo di balbuzie e di personalità, sarà stabilita la partecipazione al trattamento individualizzato ipnotico.
Come dimostrato in molte pubblicazioni scientifiche (E. Caruso 1997, 1998, 1999, 2001, 2002, 2004, 2011, 2013), le emozioni negative e l’angoscia da prestazione verbale, determina l’aumento della balbuzie in situazioni relazionali temute.
Quando la persona comincia a lavorare su se stessa, con il libero fluire delle emozioni, mediante l’uso di tecniche specifiche, la fluenza verbale accompagnerà una nuova maturità dell’Io, che diventerà sempre più forte nell’affrontare qualsiasi problema.
E’ da notare che durante il trattamento, anche se la persona conquista la fluenza verbale in poco tempo, tutto ciò non è un indice predittivo della raggiunta maturità emotiva e verbale.
Inoltre parlare bene non significa parlare come un automa, sostituendo la balbuzie con una fluenza “meccanizzata “ come fanno in molti corsi intensivi.
Parlare bene significa conquistare la libertà di comunicare con naturalezza.
Parlar bene significa essere come si è, senza aver paura.
Parlar bene è essenzialmente armonia.
Parlar bene è un’arte che si acquisisce senza sforzo.
Paradossalmente, più una persona si ostinerà nel dover applicare una tecnica meccanica, e più rimarrà impantanata in meccanismi ‘ossessivi’ che bloccheranno ancor di più la parola, e l’evoluzione dell’Io.
E’ da notare inoltre, che ultimamente sono nate tecniche “fai da te”, originate da un’estemporaneità senza fondamenti.
Queste tecniche meccaniche, mancando di naturalezza, in alcuni individui procurano effetti deleteri sulla struttura muscolare, esacerbando la rigidità posturale e mimica.
Le tecniche che noi adottiamo servono ad acquisire naturalezza ed armonia nel parlare, e in più la persona sarà sostenuta fino a quando non comincerà a “volare con le sue stesse ali”.
Il trattamento volgerà al termine solo quando nella persona comincia a delinearsi un’ottima produzione verbale, oltre alla conquista di una fondata autostima.
Con una nuova maturità raggiunta, dal punto di vista psicologico e comportamentale, la persona dovrà sentirsi sufficientemente equipaggiata per affrontare il mondo esterno, senza più aver paura del presente e del futuro, modificando la percezione emotiva del passato.
Al soggetto che balbetta, e che desidera veramente vincere la balbuzie, si richiederanno determinate condizioni: motivazione e coraggio di trasformarsi.
E’ bene precisare che nella cura della balbuzie ci vuole molta pazienza, perché occorre modificare meccanismi psicologici, neurologici e verbali. Tutto questo è possibile.
Nella persona che balbetta, così come in ogni soggetto afflitto da un sintomo psicogeno, accanto al desiderio di guarire, albergano anche ‘controforze’ che contrastano qualsiasi sforzo di cambiamento mentale e comportamentale.
Già lo stesso S.Freud si era occupato di queste forze definendole “controcariche psichiche”, che si oppongono ad ogni forma di cambiamento.
Il sintomo viene mantenuto da queste controcariche che sono alla base dello status quo della struttura mentale del balbuziente.
La vittoria contro la balbuzie richiede molta pazienza, perché bisogna minare queste controforze che si manifestano soprattutto durante la terapia.
La vittoria verso la guarigione è data da un insieme di tentativi mirati e specifici, fino al raggiungimento degli obiettivi.
Vincere la balbuzie non deve essere un tentativo, ma un obiettivo.
”I tentativi son fatti per fallire, gli obiettivi no” (E. Caruso).
Nel nostro trattamento la persona gradualmente, con amore e fiducia, sarà preparata a lasciare il sintomo, riorganizzando la propria vita, e rispettando i propri tempi di maturazione.
Quando l’angoscia è stata ridotta grazie al raggiungimento dei primi risultati verbali, si procederà a dare maggiore stabilità all’Io.
Con la riduzione dell’ansia, anche il linguaggio acquisterà forma, calore e colore.
La persona in evoluzione sentendosi liberata dall’angoscia sarà pervasa da una nuova energia positiva mai sentita.
Alla fine delle terapia la persona è trasformata, e questo può essere dimostrato dal cambiamento della voce e dalla fluenza verbale acquisita.
Nel nostro procedimento psicoterapico e riabilitativo non dobbiamo convincere nessuno, in realtà dovremo :
CON-VINCERE, ossia “VINCERE ASSIEME”:
• vincere, per modificare i meccanismi “tossici” comportamentali e verbali che si riproducono coattivamente, danneggiando l’Io;
• vincere la sofferenza e la depressione collegata alla balbuzie;
• vincere per raggiungere quel grande obiettivo esistenziale proclamato da Friedrich W. Niezsche:”qual è il suggello della raggiunta libertà? Non arrossire più di te stesso”.
Prendersi “cura di sé” deve diventare una scelta esistenziale, e non un parziale desiderio che si sente solo quando si è in crisi, andando poi alla ricerca di qualcosa di magico che ne allevi la sofferenza.
La crescita non è un “tentativo”, ma deve diventare un bisogno di conoscenza che si spinge oltre il sintomo. La crescita verbale e psicologica deve diventare un obiettivo che si deve raggiungere.
L’Uomo non è solo balbuzie: Egli è un tutto armonico che deve semplicemente imparare a “ricentrarsi”.
Per iniziare il nostro trattamento sarà opportuno fissare un primo colloquio con:
– Dr. Enrico Caruso – area adulti ed adolescenti (soggetti dai 15 anni in su)
– Dr.ssa Silvia Dell’Orto – area bambini e preadolescenti (soggetti dai 4 ai 15 anni)
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