Corso preparto: Musicoterapia e rilassamento. Per vivere serenaMente la gravidanza
Corso preparto: Musicoterapia e rilassamento. Per vivere serenaMente la gravidanza

Musicoterapia e rilassamento. Per vivere serenaMente la gravidanza

Voce e musica nel rapporto madre–bambino

Il primo strumento musicale che noi conosciamo è la nostra stessa voce. Il suono espresso dalle corde vocali, lo possiamo ascoltare attraverso la vibrazione delle ossa (conduzione ossea) e attraverso la vibrazione delle molecole d’aria ( conduzione aerea).
Come ogni strumento, anche la voce possiede le sue corde sonore e la sua cassa di risonanza.
La voce umana comincia ad accordarsi sull’onda dei primi suoni; tale ascolto inizia già nella fase intrauterina. Il feto, entra in comunicazione col suono melodico della voce materna e vi risponde.

Musicalità e gravidanza

Già nel periodo fetale, l’individuo nascente è immerso in un mondo di suoni che scandiscono il tempo e il ritmo. Il feto è in un continuo ascolto della voce materna e dei rumori acquiferi.
Le risposte al mondo esterno cominciano già nel periodo fetale con la distinzione e la percezione
delle voce materna e dei suoni udibili all’interno del sacco amniotico.

Possiamo dire che all’ inizio tutto era musica, tutto era suono, tutto era acqua.
Successivamente, nel lattante, il ritmo si presenta come qualcosa d’innato o di connaturato, che si manifesta nel tempo della poppata, nel movimento ritmico delle braccia della mamma o dell’ondeggiare della culla, che rassicura mediante lo scandire del tempo lento e rilassato. Il ritmo lo ritroviamo nella nenia e nella modulazione della voce dell’adulto che si relaziona col lattante;
queste sono le prime forme musicali nelle quali il lattante si ritrova e si autopercepisce.
La musicalità della voce diventa coscienza di aver un Sè e che si rivela all’altro da Sè, Il suono umano diventa mezzo tra il conscio e l’inconscio, tra l’uomo e gli altri, tra la materia e lo spirito.
Tra il primo e il secondo anno, il bambino comincia a formulare le prime espressioni, che saranno dotate di un ritmo, di una melodia e di una determinata armonia. Il bambino comincerà anche a giocare con la propria voce, cogliendo le variazione dell’altezza (suono grave ed acuto) dell’intensità (suono forte e debole) e del timbro ( che specifica e definisce il colorito della voce).
Nella musicalità vocalica, il bambino comincia a trasmettere i primi elementi della sua personalità e l’evoluzione della sua identità.

Corpo, musica e linguaggio

Verso i 2\3 anni il bambino riesce a coordinare i suoi movimenti, e in base ad una maggiore plasticità deambulatoria, riesce a percepire il tempo e il ritmo espresso in tutte le altre funzioni, come nel canto, nella danza o nel disegno. Soprattutto attraverso il canto, il bambino perfeziona lasua capacità linguistica: stimola la corretta coordinazione diaframmatica, modula i tempi della respirazione in base alla produzione sonora, sollecita l’estensione vocalica e imposta la corretta
pronunzia dei suoni, contenitori delle emozioni.

Gi stati emotivi si esprimono mediante il suono, quando questo non avviene, il non-espresso diventa una sostanza corrosiva che divora la mente, il corpo e la persona. Diverse patologia psicosomatiche possono essere determinate da questa
mancanza di connessione fra emozione e suono: suono ed emozione non possono essere scissi.
La musica è costituita da un’ intersezione armonica di suoni, ritmo, melodia, e voce umana.
Essa diventa il veicolo per eccellenza, mediante il quale le emozioni umane e i pensieri trovano la loro manifestazione.
Sulla base dell’espressione musicale e del canto, l’uomo è legittimato socialmente a viversi in sintonia con le proprie emozioni.
Dal punto di vista sociale, per mezzo della musica e del canto, qualsiasi verità può essere riferita.
Basti pensare all’opera trasgressiva e rivoluzionaria, che la musica e il canto hanno avuto in determinate epoche sociali. Un esempio significativo è rappresentato dalla musica blues, che era il canto sommesso del popolo nero schiavizzato durante il periodo coloniale. L’ uomo schiavizzato, mediante il lamento del blues, comunicava la sua rabbia verso il dittatore bianco che oltraggiava la dignità umana.
Oppure possiamo pensare ai canti e alle musiche che hanno contraddistinto il decennio ‘68-’78, epoca della ribellione giovanile. Il giovane nel suo canto, esprimeva la rabbia verso l’ istituzione e l’ autorità che non davano spazio al libero pensiero.
Musica e canto rappresentano per l’animo umano, un ponte in grado di unire parte infantile e parteadulta, parte affettiva e razionale, parte sociale e morale.
Nel canto e nella musica, l’unità tra corpo-linguaggio-immaginario-emozione, assume un aspetto manifesto e rappresentativo delle qualità terapeutiche.
Attraverso l’ oggetto sonoro l’ uomo entra in contatto con se stesso e con gli altri.
Il canto, la musica, o il suonare un determinato strumento, rappresentano dei mezzi messi a disposizione per amplificare la capacità umana di relazionarsi e di comunicare.

Gravidanza e ontogenesi

La musica e il suono nascono, in senso ontogenetico, con la stessa nascita dell’ uomo, mentre in senso filogenetico, già lo stesso feto nei primi nove mesi è immerso in un ambiente liquido e sonoro.
L’impatto con gli aspetti sonori e musicali è immediato; l’ uomo è come se avesse già nel suo patrimonio filogenetico ed ontogenetico una conoscenza dei vari messaggi musicali.
Il feto, dopo qualche mese del suo concepimento, è già in grado di ascoltare e di codificare ciò che succede nel suo ambiente acquifero.

La musica intrauterina 

Egli è come se fosse immerso in un teatro ove una orchestra primordiale, proponesse una sinfonia prodotta da strumenti naturali quali : rumori acquiferi, ritmo del cuore, ritmo del respiro e rumori fisiologici, che sono intrisi dalla voce materna.
Il feto si trova all’ interno di un mondo indefinito, senza contorni.
Tra mamma e feto si stabilisce una precoce interazione nella quale la voce materna e i suoni, all’interno del sacco amniotico , sono gli elementi che caratterizzano questa primordiale relazione.
Il feto, già ad un’ età di 24 settimane , risponde alle stimolazioni esterne, e ciò fa presupporre che il soggetto nascente può precocemente essere in sintonia con il suono emesso dalla voce della propria madre.
Con la nascita, l’urlo del neonato, segna il passaggio dal mondo protetto intra-uterino, costituito da un numero ristretto e controllato di suoni , a un mondo aperto senza confini, fatto di suoni o rumori non facilmente selezionabili e digeribili dall’ orecchio del nuovo nato.
La musica e il canto materno , armonie fatte di suoni , possono essere considerati degli strumenti da utilizzare per sollecitare senza fratture, il passaggio dal periodo fetale al periodo neonatale.

Dalla gravidanza all’armonia

La musica, in quanto mediatrice delle emozioni, può ridurre nel feto, e nel futuro bambino, le angosce collegate al suo adattamento con la realtà sociale.
Musica e canto possono essere considerati come due linguaggi ai quali, sia il feto quanto il neonato, rispondono in maniera pre-verbale, con scariche motorie e con comportamenti di acquietamento.
La nenia della mamma e lo stesso canto del neonato dei primi mesi di vita, rappresentano i primi abbozzi linguistici mediante i quali madre e neonato si parlano, si conoscono e si toccano.
La musica, in quanto serie ordinata di stimoli, dovrebbe essere considerata, nel periodo fetale e neonatale, un prolungamento, o meglio un oggetto transizionale, ossia un sostituto del corpo materno.
Nel canto materno il neonato ritrova l’ esperienza fetale, ove il grembo materno lo difendeva dai pericoli esterni.
In virtù della musica e di ogni espressione melodica, il neonato viene rassicurato, coccolato, abbracciato e guidato con fiducia ad accogliere ed a sentirsi accolto dal mondo esterno.
Nella musica si sperimenta la reciprocità affettiva e la fiducia.

Sessioni di musicoterapia ed esercizi corporei

Da esperimenti condotti da più ricercatori di diverse nazionalità, si conferma il dato ormai certo che durante il periodo di gravidanza madre e feto sono in una continua comunicazione; entrambi si parlano, si ascoltano e si rispondono.
All’ interno del liquido amniotico, il feto è costantemente in ascolto di suoni situati tra basse e medie frequenze.
Il feto non è solo sensibile al suono o alla musica esterna, egli è in grado di produrre delle risposte anche rispetto a stimoli linguistici esterni. Difatti il feto è in grado di udire la voce materna all’interno del sacco amniotico, mentre le voci esterne, per essere ascoltate, devono superare l’intensità del suono udibile dall’interno dell’ambiente acquifero.
La coppia madre-feto vive un periodo d’attesa che potrebbe procurare ansia per entrambi.

Gravidanza in Muisca

Da un lato la madre che vive le tipiche ansie di questo momento deve accettare la metamorfosi del suo corpo che sta producendo una nuova vita, e in secondo luogo dovrà affrontare tutti i nodi conflittuali relativi alla propria identità di madre e di donna adulta.
La coppia madre-bambino avranno bisogno di contenimento per arginare ansie anticipatorie.
Per questo motivo nel nostro percorso utilizzammo musiche e frequenze, che generano una maggiore intesa e un processo di armonizzazione durante questo stato simbiotico.

In questo periodo diventa necessario per la madre vivere in uno stato di tranquillo e intimo ascolto di se stessa, anche perché “una forte volontà, un corpo rilassato e una mente aperta sono gli ingredienti principali per un parto attivo” (Janet Balaskas).
Sarà quindi consigliabile per la madre in stato d’attesa stare lontana da ciò che potrebbe perturbare il suo stato emotivo. Questo viene richiesto non solo per preservare la donna in un momento importante, ma soprattutto per facilitare quel dialogo continuo esistente fra madre e feto.

La musica, durante questo periodo, potrebbe essere usata per abbellire il momento d’attesa e per facilitare il parto, che porterà alla necessaria separazione fisica e psicologica dei due componenti.
I suoni naturali che utilizziamo nel nostro corso preparto, in accordo con musiche che evocano benessere e gioia, provocano delle piacevoli sensazioni corporee che ridanno alla persona uno stato naturale di carica energetica, rafforzando nella donna l’identità del proprio Sè materno.

Le sessioni di musicoterapia distensiva

Per una buona preparazione al parto utilizziamo l’ascolto musicale associato a tecniche di auto-distensione, mindfulness e ipnosi.
Il rilassamento favorisce nella madre la percezione del proprio Sè corporeo in metamorfosi.
Il suo corpo presto dovrà accettare il momento doloroso del parto, ma anche la separazione da un altro corpo. Il rilassamento unito alle proprietà simbolica dell’ elemento musicale, induce un felice passaggio dal periodo pre-natale al periodo post-natale.

Durante questo passaggio il feto diventa neonato, e dovrà superare il trauma della nascita, mentre la madre sarà chiamata concretamente ad assolvere il suo ruolo con un notevole dispendio di energia.
L’effetto terapeutico dato dall’ascolto musicale, nel periodo di passaggio dal pre-natale al post-natale, è un valido strumento per attenuare il trauma del neonato facendo percepire la continuità esistente fra i due momenti, sollecitando il giusto processo di adattamento all’ambiente esterno.
Dopo il parto, il neonato diventa un soggetto emittente e ricevente.
Tutto il nostro lavoro si basa nell’indurre calma e sicurezza.
Tra le tecniche utilizziamo anche il “canto carnatico”, che essendo ritmico e reiterativo, diventa un potente farmaco che bonifica ogni stato di malessere.

Il contenimento determinato dalla musica o dal canto, può essere spiegato seguendo anche delle precise motivazioni biologiche.
Musica e canto sono in grado di sollecitare all’interno del nostro organismo la produzione di endorfine, sostanze naturali che sono di grado di alleviare il dolore e la sofferenza.

Con l’aumento delle endorfine rallenta il ritmo del battito cardiaco, diminuisce il tempo del respiro, si modula l’azione del sistema gastro-interico, si agisce sugli stati d’ animo e si interferisce in senso benefico a livello del sistema nervoso centrale e periferico.
Tale dato è stato confermato dalle ricerche condotte da Avram Goldstein, un pioniere nello studio degli effetti provocati dalle endorfine.
La ricerca effettuata da Goldstein dimostrava che le endorfine intervenivano nel mediare l’esperienza di rapimento estatico durante l’ ascolto dello stimolo sonoro.
La musica facilita il passaggio dalla vita alla momentanea sospensione di essa.

Secondo Lévi-Strauss nel momento in cui ascoltiamo la musica, noi accediamo in uno stato mentale d’immortalità.

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