Psicoterapia della famiglia  e aiuto alla genitorialità
Psicoterapia della famiglia  e aiuto alla genitorialità

Psicoterapia della famiglia e aiuto alla genitorialità

Il centro psicologico Equipe Logodinamica di Milano effettua psicoterapia di coppia, occupandosi anche del sostegno alla genitorialità.

Il nostro procedimento potrà essere sviluppato individualmente, o in coppia.

Nel lavoro psicoterapico è molto importante capire dove finisce la conflittualità, e dove comincia l’amore per il partner e per gli stessi figli.

Spesso la conflittualità nasce dalla riedizione di diverse paura infantili, oppure dalle frustrazioni che affondano le loro radice in aspettative disilluse.

Con l’emergere della conflittualità e dell’aggressività, spesso la componente erotica si atrofizza, facendo emergere malintesi che esacerbano le tensioni.

Nel nostro lavoro cercheremo di attivare ogni forma di comunicazione per recuperare il rapporto di coppia attraverso un processo di “negoziazione” e di revisione delle attese dei partners.

Verranno presi in esame i diversi meccanismi che sono alla base del buon funzionamento della coppia.

Nella ricerca di un’identità di coppia, i partners attraverso la comunicazione affettiva, cercano di conoscersi nelle loro parti più profonde, per trovare un accordo sulle loro differenze, rendendosi consapevoli riguardo alla loro capacità di sentirsi appropriati rispetto alle future responsabilità, e soprattutto riguardo al desiderio di sentirsi genitori.

L’obbiettivo della psicoterapia è la ricerca di una maggiore intimità e trasparenza comunicativa.

Nella sana comunicazione di coppia, ognuno dovrà delineare le future modalità di “cura” che l’altro si aspetta.

La buona comunicazione di coppia si realizza ove ognuno riuscirà sintonizzarsi con le esigenze dell’altro.

Nel nostro lavoro di sostegno alla genitorialità cerchiamo di supportare le famiglie per far leva sulle risorse interne del nucleo parentale, che devono essere rinforzate al fine di superare positivamente le crisi.

Il nostro operato si struttura anche come mediazione, al fine di gestire i conflitti nelle fasi di transizione come ad esempio la separazione.

Cerchiamo quindi di sostenere la “resilienza” e le “lifeskills”, ossia le “abilità di vita” che sono le capacità di prendere decisioni, risolvere problemi, comunicare in modo efficace, relazionarsi, gestire emozioni e stress, attivando un pensiero creativo e critico mediante l’empatia e l’auto-consapevolezza.

Diventa dunque importante ridefinire le strategie comunicative per risolvere i conflitti.

La resilienza, intesa come risorsa interna per reagire alle difficoltà, favorisce i comportamenti prosociali, che permettono nuove vie per superare conflitti non facilmente risolvibili.

All’interno del nostro lavoro diventa importante capire l’importanza della funzione paterna nello sviluppo dell’identità dei figli.

“Se non si ha un buon padre bisogna procurarselo”: considerando questo aforisma di F. Nietzsche, per una corretta educazione alla paternità, si esamina la relazione tra padre e figlio per attivare una comunicazione trasparente e fiduciosa.

Il nostro lavoro psico-educativo fornisce un maggiore “insight”, o consapevolezza della funzione paterna, al fine di migliorarla, ponendola in sintonia con le esigenze dei figli.

Per la mamma che desidera aumentare la sintonia con se stessa e con la famiglia, il nostro lavoro psicoterapico diventa uno spazio dove potersi riequilibrare, pensare e rilassarsi, contro il battito inesauribile del tempo che non lascia alcun spazio di libertà al corpo e alla mente.

Per la mamma che vuole mettersi in sintonia con se stessa, vengono proposte tecniche somatiche per potersi ripensare in quanto donna.

Oltre ad un lavoro psico-corporeo, all’interno di questo spazio saranno affrontate le dinamiche inerenti al rapporto madre-figlio.

La madre dovrà sviluppare diverse capacità: ”holding” (contenimento), handling (manipolazione e contatto corporeo), ed object-presenting (cura dei figli) .

Questo spazio è idoneo per la madre che si trova in uno stato di vulnerabilità, e che desidera rispondere alle richieste provenienti dall’Io del figlio, senza dimenticare le proprie.

In questa unità rigenerativa che proponiamo, la madre sarà invitata ad esprimersi liberamente per poter affrontare i suoi dubbi contro una “pedagogia precostituita”.

Ogni madre sarà chiamata a scoprire la propria “pedagogia”, mediando la cultura della famiglia d’origine con quella del partner, ristrutturando i lineamenti relazionali del proprio nucleo parentale.

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Chiamatelo clan, chiamatela rete sociale, chiamatela tribù, chiamatela famiglia. Comunque la chiamiate, chiunque siate, ne avete bisogno.

Jane Howard