Con il film “Il discorso del re “, la balbuzie con tutti i suoi risvolti psicologici e sociali, comincia fare la sua comparsa nell’immaginario del folto pubblico, attestando il successo della pellicola con la premiazione di ben 4 premi Oskar.
Per conoscere questa patologia partiamo dal libro “Il discorso del re”, importato in Italia dal Dr. Enrico Caruso che ne ha curato la prefazione e la traduzione, dove Lionel Logue, quale medico del sovrano scriveva: “ogni paziente va trattato in modo leggermente diverso; occorre uno studio della psicologia individuale. (..) La balbuzie è uno dei difetti del linguaggio più frequenti ed è quasi sempre guaribile. Tranne in rari casi di malformazioni fisiche, di fatto quasi tutti i disturbi sono superabili a condizione che il paziente ne abbia la volontà. Senza la volontà di migliorare, le cure sono inutili.” (2011, pag.106)
Prima di esporre le nostre ricerche è doveroso sottolineare che in data 29 Aprile 1997, (Prot.14236212956G1ST, Decreto N. 1670), la nostra attività di ricerca, limitatamente a tale iniziativa scientifica e con termine Aprile 1998, ottenne il Patrocinio della Regione Lombardia – Assessorato alla Famiglia e alla Solidarietà Sociale. (Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale).
Secondo le nostre ricerche le cause della balbuzie si dispongono lungo un continuum che vanno da un polo “genetico-neurologico” ad un polo prettamente “psicologico”.
Quando l’eziopatogenesi si dispone lungo il polo genetico-neurologico, la cura della balbuzie, per quanto se ne possa dire, diventa veramente difficile da trattare, soprattutto quando sono presenti altre disarmonie neurochimiche.
Quando l’eziopatogenesi si sposta prettamente lungo il polo psicologico, e in assenza di disturbi psichiatrici e/o neurologici, la balbuzie è curabile con tecniche specifiche, e in alcuni casi il sintomo potrebbe veramente sparire.
Per Lionel Logue precursore della cura della balbuzie, era importante la volontà di guarire.
Per il paziente, la cura della balbuzie deve diventare un vera scelta di vita, e sicuramente non è una passeggiata come molti vogliono far credere.
Nella balbuzie distinguiamo :
• Indici primari: ripetizioni di suoni, sillabe, parole o frasi, blocchi silenziosi o prolungamento dei suoni , che si differenziano dalla disfluenza tipica rinvenibile in molti bambini che iniziano a parlare.
• Indici secondari: meccanismi d’evitamento su base psicogena che si manifestano con l’insorgenza della balbuzie. Il balbuziente si troverà ad esempio a cambiare la parola su cui balbetta, a modificare continuamente la sintassi o la grammatica della frase, oppure cercherà d’evitare situazioni o persone che inducono una maggiore balbuzie.
A causa di questi indici secondari il disfluente sviluppa un linguaggio “protettivo”, ossia cercherà di parlare il meno possibile. Tutto questo comporterà una restrizione della capacita semantica, sintattica e grammaticale con difficoltà anche nella codifica della lettura a voce alta.
Per Christian Büchel e Martin Sommer, la miglior cura consiste nell’affrontare la paura di parlare, ossia intervenendo sugli indici secondari.
Anche per Oskar Schindler (2012) è difficile agire sulle cause determinanti (genetiche o acquisite), mentre l’intervento deve concentrarsi sulle cause scatenanti (affettive e sociali) e sui condizionamenti negativi operanti.
In base a tale conclusioni, diventa necessitante intervenire precocemente sul bambino: il trattamento dovrebbe essere proposto già al di sotto dei sei anni, al fine di delimitare l’azione degli indici secondari.
Risultati della nostra terapia
La cura deve diventare un processo di trasformazione, dove la persona acquisterà fluenza verbale quando tutta la sua vita comincerà a “fluire”.
Il nostro trattamento è un cammino dove la persona viene seguita fino a quando non si sentirà soddisfatta su tutti fronti: verbali e sociali.
Con la nostra equipe, dopo anni lavoro abbiamo messo a punto approccio studiato in base a tre aree di intervento: area somatica, verbale e sociale.
Esaminando un campione di 154 soggetti, composto da 102 maschi e 52 femmine, di età compresa tra i 15 e i 56 anni, è stato somministrato il nostro trattamento per un periodo di 6 mesi.
Dai risultati dei nostri lavori abbiamo riscontrato quanto segue: (Caruso E. 2001, Pubmed 2005).
• Gruppo A) Il 40% dei soggetti esaminati, dopo il periodo di cura avevano avuto ottimi miglioramenti linguistici con la riduzione dell’ansia a livello sociale, e con una maggiore capacità di esprimere le proprie emozioni.
• Gruppo B) Nel 10 % la balbuzie era sparita completamente (quasi normofluenti).
• Gruppo C) Il 20% dei soggetti presentavano discreti miglioramenti fonici, con la presenza di ansia e timori a livello sociale.
• Gruppo D) Il 10% non ha riscontrato alcun miglioramento verbale e relazionale.
• Gruppo E) Il 20% dei soggetti avevano interrotto la terapia precocemente per scarsa fiducia e per alto tasso di diffidenza.
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Per approfondire la nostra terapia vi rimandiamo alle seguenti letture:
1.Balbuzie, aiutiamoci con 100 risposte. Edito da Franco Angeli 2001.
2. Balbuzie: cause, disagio e nuove vie terapeutiche con la neurostimolazione
3. Vincere la balbuzie, si può – Famiglia Cristiana
4. Balbuzie e musicoterapia: curare la parola con la musica – Lifegate
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