Il centro Equipe Logodinamica di Milano ha elaborato un progetto di psicoterapia basato sull’utilizzo della mindfulness, della bioenergetica e della musicoterapia vibrazionale.
L’applicazione della mindfulness così come è stata sviluppata da Jon Kabat-Zin prendendo le mosse dal Buddismo e dalla filosofia Zen, permette di sviluppare un pensiero che tende a modificare le connotazioni depressive, ansiose e gli aspetti biochimici correlati.
La mindfulness che applichiamo è trasformativa in quanto la persona tende a modificare le risposte adattive al proprio ambiente
La psicosomatica elaborata dal centro di psicoterapia Equipe Logodinamica di Milano, consta di diverse tecniche corporee, musicoterapiche e relazionali, avente la finalità di liberare la persona dalla sofferenza mentale, unendo mente e corpo in perfetta armonia.
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La nostra psicoterapia nasce dall’esigenza di curare il paziente tenendo conto della sua globalità, in quanto soma, “abitato” da una mente che muove le “fila”, e che “converte” le emozioni negative in sintomi corporei, in ansia, paure, o disagio esistenziale.
Le tecniche da noi applicate: mindfulness, bioenergetica e la musicoterapia, in questi ultimi anni ha trovato notevoli contributi dalle neuroscienze, e da altre discipline: medicina, biologia, antropologia, fisica quantica, ecc. I contributi di tali ricerche spiegano i rapporti tra il corpo e la mente, e tra l’individuo ed il collettivo.
Il discorso epistemologico della psicosomatica tiene conto degli eventi stressanti che condizionano il soma, la relazione sociale, e il passato del paziente.
Sulla base di tutte queste variabili della personalità, si cerca di analizzare il sintomo nella sua connessione, tra la relazione oggettuale interna (Es, Io e Super Io), e la relazione esterna (Io e l’altro).
La mindfulness che applichiamo si avvale dell’utilizzo della musica per sollecitare l’immaginario del paziente, al fine di conoscere il proprio corpo, quale sorgente di espressione emotiva.
La ricerca psicologica, e le neuroscienze stanno sempre più offrendo maggiori informazioni sulla complessità dell’uomo, permettendoci di capire la continua relazione tra la mente e il corpo.
Per capire le dinamiche psicosomatiche, il nostro lavoro cerca di rileggere il sintomo nella sua valenza conflittuale, ricercando l’origine del malessere.
Il nostro tipo di psicoterapia collegata alla mindfulness , si colloca in una zona pre-simbolica, primordiale e inconscia, che condiziona i contenuti corporei e mentali.
Quest’area di relazione pre-simbolica, fisica e mentale, modifica il tono umorale in senso negativo, e sostiene lo stesso sintomo somatico.
Il nostro lavoro psicosomatico e psicodinamico attiva un processo di bonifica di quei contenuti mentali che inficiano l’adattamento alla realtà.
Tecniche corporee e musiche scelte ad hoc, innescano probabilmente reazioni che liberano mediatori chimici capaci di produrre benessere, grazie anche ad un nuovo “insight”, che comporta la comprensione della sofferenza che genera il sintomo.
Il nostro tipo di lavoro corporeo è fonte di creatività, in quanto utilizzando la musica, permettiamo un cambiamento mentale quale strumento basilare per modificare le emozioni.
Lavorando sui contenuti somato-psichici che la musica latente induce, possiamo fornire nuovi nessi associativi in grado di stimolarlo, e di rinforzarlo, facendo in modo che possa aderire ad una destrutturazione del Falso-Sè, per fare emergere il Vero-Sé, potendo così riordinare facilmente la propria vita.
Il nostro lavoro offre un coinvolgente percorso psicoterapico, ricercando le basi di un nuovo benessere psicofisico.
La persona deve ritrovare il Vero-Sé, liberando il bimbo “nascosto” che cerca di farsi sentire attraverso il corpo, o il sintomo.
Il lavoro psicoterapico mediato dal corpo permette di sollecitare le potenzialità di autoguarigione, agendo sulla sua possibilità di accedere alle risorse dell’Io corporeo e mentale, stimolando l’autonomia e la libertà.
La mindfulness per noi, deve diventare un processo di crescita che porta l’utente verso la conquista della libertà da copioni sociali e dal suo stesso passato.
L’utente non deve più avere “pendenze” col passato, e non deve più esser condizionato dalla realtà presente: egli deve diventare ciò che E’, attualizzando tutte le sue potenzialità, fino ad accedere alla prerogativa massima dell’umano, che corrisponde alla creativitàe alla libertà.
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